Bal dle Masche
Il “Bal dle Masche”: racconti popolari e leggende
Si narra che una notte un cacciatore di volpi, appostato nei pressi del masso, si sentì sfiorare la testa per tre volte. Quando l’uomo si voltò vide una volpe gigantesca che gli chiese un po’ di tabacco. Il cacciatore si spaventò moltissimo. Un’altra leggenda racconta che un cacciatore, sempre appostato nei pressi del masso, vide arrivare una Masca che gli chiese se avesse visto passare le altre Masche per andare a ballare. Del suddetto masso si narra che, sul lato verso Novaretto, si sedessero alcuni musicanti e sulla parte in piano danzassero le Masche.
Chi sono le “Masche”?
Le Masche sono una delle tradizioni piemontesi più radicate: non c’è paese, non c’è collina, montagna, borgata che non abbia la sua vicenda di Masche. Una trasmissione di conoscenze che un po’ si è perduta con la scomparsa delle “vijà”, le veglie nelle stalle, ancora abituali nelle campagne piemontesi per tutti gli anni cinquanta. Di solito con Masca si fa riferimento ad una figura che è stata assimilata alla strega. Effettivamente lo stereotipo della Masca, nella tradizione piemontese, è quello di una donna di solito vecchia e brutta, magari con qualche difetto fisico nel corpo o nel volto. E’ una donna che vive da sola in una vecchia casa, in genere un po’ cadente, spesso ai margini del paese, e non è vista di buon occhio dagli abitanti perché è in grado di “fare la fisica”, vale a dire esercitare un qualche tipo di magia. La Masca è un po’ inafferrabile: può trasformarsi in animali (gatti, capre, maiali, pecore…) come e quando vuole. Le Masche sono sempre buone conoscitrici delle erbe e dei rimedi contro le malattie e quindi sono in grado di curare.
Storia del sito: la cappella di San Pancrazio
La cappella fu edificata su un colle, al limite dei boschi di castagni, là dove comincia la brughiera e lo sperone del monte la Seja degrada verso la Dora. Il colle segna il confine tra i paesi di Villar Dora e Novaretto . La cappella fu edificata su un colle, al limite dei boschi di castagni, là dove comincia la brughiera e lo sperone del monte la Seja degrada verso la Dora. Il colle segna il confine tra i paesi di Villar Dora e Novaretto . In origine vi era un pilone votivo a pianta quadrata, ingrandito poi in un secondo tempo con l’aggiunta di un secondo In origine vi era un pilone votivo a pianta quadrata, ingrandito poi in un secondo tempo con l’aggiunta di un secondo ambiente e affrescato nel XV secolo. La cappella, nella parte dell’abside, risale probabilmente al secolo XI; l’ampliamento è del XV – XVI sec. ambiente e affrescato nel XV secolo. La cappella, nella parte dell’abside, risale probabilmente al secolo XI; l’ampliamento è del XV – XVI sec. Al suo interno è possibile ammirare alcuni affreschi del Quattrocento e del Cinquecento, raffiguranti la Vergine in trono con il Bambino e i Santi Giovanni Evangelista e Pancrazio. Al suo interno è possibile ammirare alcuni affreschi del Quattrocento e del Cinquecento, raffiguranti la Vergine in trono con il Bambino e i Santi Giovanni Evangelista e Pancrazio.
San Pancrazio: il culto
San Pancrazio: il culto Nato nel 289 d.C. nell’Asia Minore, orfano di padre e di madre, vive con lo zio con cui si trasferisce a Roma. Avvicinatosi alla fede Cristiana attraverso il Battesimo e la Comunione, si converte al Cristianesimo. E’ stato un giovane cristiano martirizzato all’età di 14 anni a Roma sulla via Aurelia sotto l’impero di Diocleziano. E’ venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa. La memoria di San Pancrazio, patrono dei giovani, si celebra il 12 maggio. Si dice sia morto ancora adolescente per la fede in Cristo. Presso il suo sepolcro si innalzò una celebre basilica dove si convocava frequentemente il popolo perché quel luogo fosse testimonianza del vero amore cristiano. In questa basilica a lui intitolata viene venerato gran parte del corpo. Il giovane martire è custodito nell’urna di porfido dell’altare maggiore, posta nell’area della confessione. Il culto di San Pancrazio si diffuse molto anche in Germania oltre che in Italia. San Pancrazio è patrono di molti comuni italiani, ed a lui furono dedicato diversi Santuari. San Pancrazio è uno dei “santi di ghiaccio”: l’espressione fa riferimento, nella tradizione popolare, ad un’anomalia del clima: un brusco abbassamento delle temperature prima dell’arrivo definitivo della bella stagione. Nato nel 289 d.C. nell’Asia Minore, orfano di padre e di madre, vive con lo zio con cui si trasferisce a Roma. Avvicinatosi alla fede Cristiana attraverso il Battesimo e la Comunione, si converte al Cristianesimo. E’ stato un giovane cristiano martirizzato all’età di 14 anni a Roma sulla via Aurelia sotto l’impero di Diocleziano. E’ venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa. La memoria di San Pancrazio, patrono dei giovani, si celebra il 12 maggio. Si dice sia morto ancora adolescente per la fede in Cristo. Presso il suo sepolcro si innalzò una celebre basilica dove si convocava frequentemente il popolo perché quel luogo fosse testimonianza del vero amore cristiano. In questa basilica a lui intitolata viene venerato gran parte del corpo. Il giovane martire è custodito nell’urna di porfido dell’altare maggiore, posta nell’area della confessione. Il culto di San Pancrazio si diffuse molto anche in Germania oltre che in Italia. San Pancrazio è patrono di molti comuni italiani, ed a lui furono dedicato diversi Santuari. San Pancrazio è uno dei “santi di ghiaccio”: l’espressione fa riferimento, nella tradizione popolare, ad un’anomalia del clima: un brusco abbassamento delle temperature prima dell’arrivo definitivo della bella stagione.
La festa di San Pancrazio a Villar Dora
La festa di San Pancrazio a Villar Dora E’ la festa di primavera del paese. Attualmente si tiene nella domenica più prossima al 12 maggio, quando si celebra la messa nella cappella con la presenza di due coppie di “priori” della festa. E’ la festa di primavera del paese. Attualmente si tiene nella domenica più prossima al 12 maggio, quando si celebra la messa nella cappella con la presenza di due coppie di “priori” della festa. In tempi non lontani alcuni esercenti di Villar Dora aprivano banchetti per lo spaccio di vino nella spianata di San Pancrazio. I villardoresi il cibo se lo portavano da casa. Dopo pranzo gli uomini si sfidavano in gare di bocce, mentre i piccini si divertivano soprattutto ad andare al “Bal dle Masche”, sulla Seja. In tempi non lontani alcuni esercenti di Villar Dora aprivano banchetti per lo spaccio di vino nella spianata di San Pancrazio. I villardoresi il cibo se lo portavano da casa. Dopo pranzo gli uomini si sfidavano in gare di bocce, mentre i piccini si divertivano soprattutto ad andare al “Bal dle Masche”, sulla Seja.
A cura della classe 4°B della Scuola Primaria di Villar Dora Passeggiata sul territorio di Villar Dora Durata: 1h 40m Compito Autentico a.s. 2016/2017